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Da lineare a circolare: le sfide dell'economia

Nell'Unione europea ogni anno si usano quasi 15 tonnellate di materiali a persona, mentre ogni cittadino genera una media di oltre 4,5 tonnellate di rifiuti l’anno



L’economia lineare, che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse, non è più un’opzione praticabile. Finora l’economia ha funzionato con un modello lineare "produzione-consumo-smaltimento", dove ogni prodotto è inesorabilmente destinato ad arrivare a “fine vita”. Il concetto di economia circolare, invece, è legato al desiderio di crescita sostenibile, nel quadro della pressione crescente a cui produzione e consumi sottopongono le risorse mondiali e l’ambiente.


Un progetto di tipo circolare è il punto di partenza per l’elaborazione di qualsiasi nuovo prodotto o servizio dell’economia circolare. Con l’idea della durata, del riutilizzo, della riparazione, della ricostruzione e del riciclaggio si possono progettare auto, computer, elettrodomestici, imballaggi e molti altri prodotti. Una maggiore cooperazione all'interno delle catene di fornitura e fra le stesse può diminuire costi, rifiuti e danni all'ambiente.



I progressi dell’eco-innovazione offrono nuovi prodotti, processi, tecnologie e strutture organizzative. Le aziende potranno passare dalla vendita di prodotti a quella di servizi e sviluppare modelli imprenditoriali fondati su noleggio, condivisione, riparazione, potenziamento o riciclaggio dei singoli componenti. Questa nuova impostazione darà molte opportunità d’affari per le piccole e medie imprese.

Compiere scelte sostenibili dovrebbe diventare più facile (più accessibile, allettante e a buon mercato) per tutti i consumatori. Sulle loro decisioni influisce una serie di fattori, fra cui il comportamento delle altre persone, il modo in cui ricevono informazioni o consulenze o i costi e benefici immediati delle loro scelte. Anche i cambiamenti sul luogo di lavoro o nell'infrastruttura circostante – per esempio, agevolare l’uso della bicicletta rispetto a quello dell’auto – e la commercializzazione di stili di vita sostenibili possono influenzare il comportamento della gente.



Tali fattori possono essere d’aiuto per un mutamento critico del pensiero (da “consumatore” a “utilizzatore”, da “proprietario” a “condividente”) e per generare una maggiore domanda di servizi legati al noleggio, alla condivisione, allo scambio, alla riparazione e alla ricostruzione di prodotti. prodotti.


La nostra prosperità e il nostro ambiente sano sono frutto di un’economia circolare innovativa, dove nulla si spreca, dove le risorse naturali sono gestite in modo sostenibile e dove si tutela, si apprezza e si ripristina la biodiversità con modalità che migliorano la tenuta della nostra società”. (dal 7° Programma d’azione per l’ambiente dell’Unione Europea)

Le misure come la migliore progettazione ecocompatibile, la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti possono generare, in tutta l’Ue, risparmi netti per le imprese fino a 604 miliardi di euro, ovvero l’8% del fatturato annuo, riducendo al tempo stesso le emissioni totali annue di gas a effetto serra del 2-4%. In generale, attuare misure aggiuntive per aumentare la produttività delle risorse del 30% entro il 2030 potrebbe far salire il Pil quasi dell’1% e creare oltre 2 milioni di posti di lavoro rispetto a uno scenario economico abituale.

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