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Salviamo il pianeta con la regola delle dieci R

La Terra è quanto di più prezioso abbiamo ma non gode di buona salute. Ecco 10 piccole buone pratiche che possiamo adottare ogni giorno per salvarla



Risparmiare/Ridurre i consumi. Evitare di comprare o consumare cose non necessarie per uno stile di vita accettabile; evitare il più possibile gli sprechi. Per esempio, oggi nel mondo un terzo del cibo prodotto viene sprecato, mentre si è impiegata tanta energia per produrlo. Risparmiare emissione di gas nell'atmosfera, preferire gli spostamenti tramite mezzi pubblici rispetto a quelli privati, andare a piedi o in bici anziché in auto, spendere in isolamento anziché in riscaldamento o climatizzazione. Preferire oggetti meno inquinanti, per esempio un apparecchio elettronico col cavo anziché a batteria che va periodicamente cambiata anche se ricaricabile (es. rasoi, mouse, auricolari, microfoni).



Riutilizzare. Ogni oggetto è costato risorse e lavoro; bisogna sfruttarlo il più possibile prima di dichiarare finito il suo ciclo di utilità. La moda e il desiderio di possedere cose nuove e sempre più performanti ci porterebbe a considerare superato quello che invece è ancora utile; non cediamo alla tentazione! E poi, guerra all'usa e getta: preferire tutto ciò che può essere lavato a ciò che dev'essere gettato (piatti, bicchieri, bottiglie, tovaglie, fazzoletti...).


Riparare/rigenerare. Per anni siamo stati abituati a sentirci dire che comprare una cosa nuova costa meno che ripararla. Questo è stato possibile per il modo scellerato di impostare l’economia sullo sfruttamento di risorse come se non avessero limite e sul loro smaltimento come se sparissero nel nulla. Nella realtà il costo minore di un oggetto nuovo rispetto alla riparazione di quello rotto viene scaricato sull'ecosistema; in altre parole su chi verrà dopo di noi, che troverà così un pianeta più povero e inquinato. Ripariamo le cose, per renderci conto del costo reale e privilegiare il lavoro e le competenze di chi ripara rispetto al consumo di materia prima e la produzione di rifiuti.



Recuperare. Se l’oggetto non è più utile, può darsi che una sua componente lo sia ancora. Per esempio se un cellulare ha la batteria esaurita, non è necessario eliminarlo, basta cambiare la batteria; se un piatto è sbeccato lo posso usare come ciotola per il cane, una bottiglia di plastica vuota può servire per un picnic. L’acqua con cui ho cucinato la pasta è ottima per lavare i piatti, quella con cui ho lavato il bucato può andare bene per il pavimento. Una casa può essere progettata per il recupero dell’acqua con cui ci si lava per utilizzarla per lo scarico dei wc, o per il recupero dell’acqua piovana per lavare auto o innaffiare il giardino.


Riciclare. Alla fine della vita di ogni oggetto, i materiali che lo costituiscono possono essere utilizzati come materia prima per altri (la cosiddetta “materia prima-seconda”). In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti è già a un discreto livello, ma resta ancora molto da fare: mettiamo più attenzione a collocare i rifiuti correttamente.


Rimboschire. Se abitiamo in città, il verde è un bene raro, ma forse c’è qualche spazio in cui è possibile piantare un albero, fare un giardinetto. Anche in campagna l’agricoltura meccanizzata ha eliminato molti alberi, che sarebbero invece importanti per catturare dell’anidride carbonica. Piantare alberi è utile per tanti motivi nell'ottica di migliorare l’equilibrio del pianeta.



Riflettere. Continuare a interrogarsi su quali azioni ci portano verso un’economia sostenibile, circolare. La pubblicità tende a farci desiderare cose sempre nuove, per incrementare i nostri consumi e quindi i guadagni dei produttori; ma chi ci perde è soprattutto l’ambiente, e quindi noi stessi che ci viviamo. La pubblicità si basa sulle nostre emozioni, che sono determinanti per le nostre scelte di acquisto; imparare a riflettere prima di acquistare ci può permettere di non cadere nella trappola.


Ricercare. Grazie a internet oggi si possono compiere molte ricerche e valutare più approfonditamente in quale direzione andare. Nel caso di ricerche in funzione dell’acquisto, privilegiare oggetti duraturi, riparabili, con disponibilità di pezzi di ricambio, con imballaggio minore e più facilmente riciclabile; prodotti il più vicino possibile, naturali anziché sintetici; software che non obblighino al cambiamento dell’hardware. Ricercare l’impatto ambientale delle nostre azioni, dalla musica che ascolto al cibo che mangio al partito che voto: ogni mia azione ha una conseguenza.



Responsabilizzarsi. Non accontentarsi mai delle cose come stanno, specialmente quando riscontriamo dei problemi. Possiamo formare o partecipare ad associazioni per raggiungere un determinato scopo (es. ottenere il passaggio di una linea di trasporto pubblico nel quartiere), partecipare a campagne di sostegno a scopi di salvaguardia dell’ambiente, sollecitare le amministrazioni affinché mettano a disposizione maggiori informazioni su come differenziare i rifiuti, scrivere alle autorità affinché rispettino e attuino gli impegni presi a livello internazionale su clima e ambiente.


Relazioni al primo posto. Imparando a mettersi in rapporto con le persone e con l’ambiente in cui viviamo diventiamo più sensibili al grido che viene dai poveri e dalle creature sfruttate; saremo così più capaci di prenderci cura di essi.


Meditiamo per questo la splendida enciclica di papa Francesco Laudato si'

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